L’avvento della plastica e il conseguente studio dei polimeri rappresenta una delle tappe più importanti del progresso tecnologico legato ai materiali. E come tante tappe tecnologiche, se da un lato porta grandi benefici alla vita quotidiana e all’industria, dall’altro implica anche un impatto negativo sull’ecosistema (inquinamento da rifiuti plastici). Ma andiamo per gradi. Dell’inquinamento da plastica – argomento assai dibattuto e di grande attualità – parleremo in un prossimo articolo.
Qui vogliamo partire dai fondamentali.

La plastica è un materiale polimerico. Il continuo studio dei polimeri ha portato alla creazione di materiali dotati di una serie di proprietà impossibile da ottenere con materiali “standard” come il legno o la ceramica. Pensiamo ad esempio che la plastica, a seconda della sua struttura chimica, può cambiare le sue proprietà meccaniche passando da quelle di una borsa pieghevole a quelle di un corpetto antiproiettile. Entro certi limiti, gli scienziati hanno imparato a “confezionare” i polimeri in funzione dei requisiti richiesti e del campo di applicazione.

Evoluzione delle materie plastiche

Le materie prime dei polimeri sintetici derivano essenzialmente dal petrolio. Ma se oggi si parla sempre più di bio-plastica e di materie plastiche biodegradabili a base di cellulosa, in realtà è una rivisitazione del passato. Questo perché il primo materiale plastico della storia era un materiale semisintetico derivante dal nitrato di cellulosa: si tratta della Parkesine (oggi nota come Xylonite) brevettata da Alexander Parkes negli anni 1861/1862.

Ma è nel 1907 che viene creato il primo materiale plastico di origine sintetico ad opera del chimico belga Leo Baekeland: stiamo parlando dell’invenzione della Bakelite, ovvero della prima resina termoindurente sintetica ottenuta grazie alla condensazione tra fenolo e formaldeide. 

Da questo primo importante passo, si susseguirono invenzioni rivoluzionarie per tutto il corso del ‘900. Ne citiamo alcune:

  • 1912: Fritz Klatte produce il polivinilcloruro (PVC)
  • 1913: Jacques Edwin Brandenberger inventa il cellophane
  • 1935: Wallace Carotherssintetizza il nylon (poliammide)
  • 1941: Rex Whinfield e James Tennant Dickson brevettano il polietilene tereftalato (PET)
  • 1954: Giulio Natta scopre il polipropilene isotattico

I polimeri

Come abbiamo detto, la plastica è un materiale polimerico. I polimeri (dal greco poly meros, molte parti) sono macromolecole formate da una o più catene di atomi uniti da un legame chimico (precisamente un legame covalente). La catena è costituita da più unità strutturali unite tra loro, dette monomeri.

I polimeri si trovano anche in natura, infatti è necessario fare una prima classificazione in base alla loro origine:

  • Polimeri naturali: di origine vegetale (es. la cellulosa)
  • Polimeri artificiali: presi dalla natura e modificati (es. acetato di cellulosa)
  • Polimeri sintetici: creati in laboratorio

Nella chimica dei polimeri esistono poi altre distinzioni in base alla loro struttura o alle loro proprietà. Citiamo qui una seconda classificazione relativa alle loro specifiche caratteristiche di deformazione:

  • Polimeri plastici: polimeri che possono essere modellati a caldo e che mantengono la forma acquisita dopo il raffreddamento
  • Polimeri termoplastici: polimeri che possono essere fusi, diventando fluidi per poi essere modellati in una forma che viene mantenuta dopo il raffreddamento
  • Polimeri termoindurenti: polimeri che possono essere modellati al momento della preparazione ma che, una volta raffreddati, induriscono in modo irreversibile e non possono essere rifusi
  • Polimeri elastici (elastomeri): polimeri che, sottoposti a stiramento e deformazione, riacquista la sua forma originale quando scompare la forza deformante

Riciclo della plastica

Ora, i polimeri di origine naturale non concorrono all’inquinamento ambientale, mentre quelli sintetici sì. Quest’ultimi vengono creati appositamente per alterare o annullare determinati processi di decadimento naturale, pertanto persistono in natura (non sono biodegradabili). Ecco perché il riciclo della plastica e il suo riutilizzo rappresentano una tematica così importante e attuale. Se non viene portata e trattata in appositi centri di riciclaggio e di trattamento dei rifiuti plastici ma viene gettata e accumulata nell’ambiente, la plastica diventa uno dei fattori principali d’inquinamento su larga scala, pericolosa per l’ecosistema, per la fauna e per l’uomo.

Il riciclo della plastica è davvero la soluzione a queste problematiche. Perché la durata e l’inerzia chimica della maggior parte dei materiali plastici li rende particolarmente adatti al loro riutilizzo. L’aumento della coscienza ambientale e l’evoluzione dell’industria hanno portato nuove tecnologie e nuovi traguardi nel campo del riciclo della plastica. Ecco perché un’azienda come la nostra, al passo con i tempi e con le innovazioni in tema di sostenibilità ambientale, ha voluto specializzarsi nella produzione di plastica rigenerata attraverso il recupero di scarti di materie plastiche del settore industriale. Potete vedere QUI la lista dei principali polimeri rigenerati da Genova Maceri.

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