Come funziona la gestione dei rifiuti e cosa stabilisce la normativa? Innanzitutto, per gestione dei rifiuti si intende l’insieme di tutte le procedure volte a organizzare il processo dei rifiuti: dalla fase di produzione, fino alla destinazione finale con lo scopo di ridurre il più possibile il loro impatto sulla salute umana e sull’ambiente. La corretta gestione dei rifiuti in Italia è regolata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 10 settembre 1982 basato sui principi sanciti dall’Unione Europea nella Direttiva CEE n. 75/442, in seguito aggiornata dalla Commissione Europea nel 2014 con il Regolamento 2014/955/UE e periodicamente aggiornato ogni anno.

Come funziona la raccolta differenziata in Italia?

Così come stabiliscono le direttive europee, lo smaltimento è l’ultima operazione possibile nel processo di gestione dei rifiuti, che si attua unicamente quando non è possibile esercitare, per motivi tecnici ed economici, le procedure di recupero e di riciclo che devono avvenire sempre in condizioni di totale sicurezza sia per l’ambiente che per la salute umana.

Prima di parlare di come funziona nel dettaglio lo smaltimento, è necessario sapere che i rifiuti si classificano in vari tipi a cui corrispondono diverse modalità di smaltimento.

In base all’origine e alla provenienza si hanno i rifiuti urbani (ovvero quelli domestici provenienti da locali e abitazioni, i rifiuti vegetali e quelli provenienti da attività cimiteriali) che vengono gestiti dalla pubblica amministrazione e i rifiuti speciali (quelli delle lavorazioni industriali, commerciali, agricole e artigianali) il cui smaltimento è a carico delle aziende private.

Si distingue, inoltre, tra rifiuti non pericolosi, ovvero quelli che per essere smaltiti necessitano di particolari procedure, stabilite dalla legge, onde evitare il rilascio di sostanze nocive (come ad esempio medicinali, pile e batterie) e i rifiuti speciali pericolosi, ovvero quei rifiuti prodotti dalle aziende e che hanno un tasso di tossicità molto elevato, come gli scarti petroliferi e chimici, i rifiuti prodotti dall’industria metallurgica, tessile, chimica e i resti derivanti dalle attività mediche e veterinarie. Questi rifiuti non solo devono essere smaltiti seguendo processi particolari, ma devono essere innanzitutto resi innocui.

Una volta riconosciuto e classificato il tipo di rifiuto, si può procedere con lo smaltimento. In seguito all’operazione di smistamento, facilitato dalla raccolta differenziata, di prelievo, raggruppamento e cernita, la maggior parte dell’immondizia finisce nelle discariche a cielo aperto. Altri vengono trasformati in calore da usare per scopi di riscaldamento grazie ai termovalorizzatori e inceneritori. Il modo migliore e soprattutto meno inquinante per smaltire i rifiuti è senza alcun dubbio il riciclaggio, grazie alla quale è possibile dare una nuova vita ai rifiuti e ridurne così drasticamente l’impatto ambientale.

La normativa europea sulla gestione dei rifiuti

L’Unione Europea disciplina il processo di gestione dei rifiuti attraverso la direttiva 2018/851/UE il cui scopo è promuovere i principi dell’economia circolare e razionalizzare le risorse naturali disponibili incrementando l’efficienza energetica e tutelare la qualità dell’ambiente e della salute umana.

Secondo questa direttiva, ogni paese membro dell’Unione Europea entro il 2025 dovrà riciclare almeno il 55% dei rifiuti urbani, obiettivo che salirà al 60% nel 2030 e al 65% entro il 2035. Inoltre, ogni stato deve istituire la raccolta differenziata per tutti i tipi di rifiuti e stabilire, entro il 2023, che tutti i rifiuti organici siano riciclati e raccolti separatamente dagli altri.

La gestione dei rifiuti, inoltre, deve seguire un ordine preciso il cui scopo è consentire la sostenibilità ambientale, ovvero: 

  • Prevenzione
  • Riutilizzo o riuso
  • Riciclo
  • Recupero 
  • Smaltimento (opzione da azzerare ed eliminare completamente nel tempo)

La direttiva, inoltre, stabilisce che gli Stati membri devono imporre sanzioni efficaci e dissuasive nei confronti delle persone fisiche e giuridiche responsabili di una cattiva amministrazione dei rifiuti. Alla base della gestione dei rifiuti, infatti, c’è il principio di chi inquina paga: chiunque provochi un danno ambientale, ne è completamente responsabile e dovrà, quindi farsene carico, sostenendo tutti i relativi costi, l’azienda, cioè, dovrà pagare non solo le azioni di riparazione, ma anche quelle di prevenzione.

Quali novità con il registro elettronico dei rifiuti?

Il registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti è una piattaforma che si occupa della gestione digitale dei rifiuti da parte del Ministero della Transizione Ecologica, introdotta il 3 settembre 2020 con il Decreto Legislativo n. 116 e che sarà operativa entro la fine del 2022. Il sistema ha lo scopo di tracciare ogni movimento dei rifiuti, dalla loro produzione, fino alle operazioni di recupero e smaltimento, migliorando così le strategie di economia circolare e ridurre gli oneri amministrativi e burocratici.

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